Addio Montanelli
scompare una delle firme più graffianti del giornalismo

 

 

In una clinica milanese si è spento Indro Montanelli. Classe 1909.
Un vero giornalista che ha raccontato l'Italia e i suoi protagonisti, su cui ha anche scritto numerosi libri di storia con la collaborazione di Cervi e di Gervaso.
Tutto di un pezzo, toscano verace, sempre controcorrente. 
Ha sempre avuto il coraggio di esprimere le proprie idee, tanto da essere anche gambizzato dalle Br.
Inviato speciale, cronista, commentatore politico, direttore e fondatore di due testate: Il Giornale  di Milano, nato dopo che aveva sbattuto la porta al Corriere, troppo a sinistra a metà degli anni 70 e poi "La Voce" (quando aveva 85 anni), dopo che Berlusconi era entrato in politica e non si sentiva più di restare in un gruppo editoriale in mano non più ad un editore diventato politico.Lucido, e brillante fino all'ultimo ci ha regalato negli ultimi anni una pagina dedicata al dialogo con i lettori ne "La stanza di Montanelli" da sempre linkata anche qui sul Porto.
Lo avevamo incontrato in Versilia nel salotto di Battaglia, l'anno scorso, un paio d'ore piacevoli, con un'uomo che conosceva bene lo scenario politico e i personaggi, divertito e divertente come al solito nel raccontare vizi e virtù di questo nostro strano paese diviso sempre in guelfi e ghibellini e pronto a dire la sua su un argomento difficile come l'eutanasia di cui lui si faceva sostenitore.
Un principe del giornalismo senza eguali. Ci mancherà.

Colette Rosselli giornalista 
compagna di una vita per Montanelli
scomparsa alcuni anni fa.
 
 
 
 
 
 
 

 

La sua storia
Era nato a Fucecchio, una cittadina tra Pisa e Firenze, si era laureato nel capoluogo toscano poi iniziò la sua carriera di inviato all'estero per diverse testate. Abbraccia la causa fascista e va in Abissinia, torna e ricomincia a scrivere ma alcuni suoi articoli non trovano il consenso dei gerarchi, rischia perfino la fucilazione.
Torna nel dopoguerra al Corriere come critico cinematografico, scrive anche delle sceneggiature, arriva a dirigire un film.
In quegli anni si lega a Colette Rosselli giornalista e pittrice di grande intelligenza, conosciuta al grande pubblico con il nome di "Donna Letizia".
Durante i giorni difficili di Budapest, nel 56, lui é in Ungheria e racconta gli avvenimenti tragici.
Nel 1973 entra in polemica con il Corriere della Sera allora diretto da Piero Ottone, decide di lasciare la redazione di Via Solferino, e fonda un nuovo quotidiano "Il Giornale nuovo" edito da un imprenditore edile meneghino Silvio Berlusconi.
Lavora anche in televisione su Tmc lancia il primo notiziario in una televisione privata. Segue poi la conduzione del settimanale su Italia Uno "Controcorrente".
A 20 anni dal lancio del Giornale, lascia il gruppo editoriale di Berlusconi, "sceso in campo" e inaugura una nuova stagione come editore de "La Voce" una testata dalla vita breve, chiude dopo un anno dal suo lancio.
Torna al Corriere, per aprire una stanza di dialogo con i lettori.
Da molti anni era editorialista di TMC nelle interviste settimanali di Alain Elkann.
Lascia un eredità importante anche come scrittore e storico.

Per approfondire in rete
La stanza di Montanelli, la sua rubrica sul Corriere della Sera
Montanelli quel pessimista a vita de Il Nuovo Marzo 2001
Indro Montanelli biografia in inglese di Freemedia.at

Rassegna stampa:
La morte di Montanelli Corriere della Sera
Addio a Indro Montanelli La Stampa
Addio 'Cilindro', è morto Montanelli Il giornalismo piange il più grande Quotidiano.net
Montanelli speciale di Rainews 24
E' morto a Milano Indro  Montanelli Repubblica
Morto Indro Montanelli decano del giornalismo italiano Cnn italia
Testimone e insieme protagonista  il commento di Enzo Biagi per il Corriere del Ticino
Il giornalismo orfano di Montanelli Corriere del Ticino


a cura della redazione centrale del Porto Immagini tratte dal TG5
on line dal22 luglio 2001